LE VITE DEI 33 MARTIRI DI CAPISTRELLO NELL'OPERA DEL LICEO BELLISARIO

LE VITE DEI 33 MARTIRI DI CAPISTRELLO NELL'OPERA DEL LICEO BELLISARIO

Pubblicato da Redazione Antenna 2 il giorno 29-04-2022   10:45:32
Class, liste nozze - Avezzano, Via Corradini, 163
 

Un muro che – colpito dall’ira frantumatrice di 33 spari di fucile – si disgre-ga esattamente in 33 pezzi. Gli studenti e le studentesse del Liceo Artistico “Bellisario” della città di Avezzano hanno presentato questa mattina il pro-getto del monumento artistico che stanno ultimando per commemorare la brutale strage di Capistrello, compiuta il 4 giugno del 1944 dai nazisti. 33 uomini, 33 pastori, vennero uccisi freddamente, con un colpo di arma da fuoco sparato sulla nuca, uno dopo l’altro. “Attraverso la conoscenza si per-viene alla nascita di un mondo altro, simboleggiato dalla rosa che si innalza con il suo esile stelo”: questo il significato racchiuso nel metallo dell’opera. Una “lapide” artistica che nasce dall’esigenza del racconto degli studenti del-la sezione Metalli del Liceo Artistico della città, coadiuvati in questa espe-rienza formativa dai loro insegnanti. È stata l’ANPI Marsica, rappresentata in questa occasione da Augusto Di Bastiano, a voler fondere presente e pas-sato, con l’ottica di preservazione di quel ricordo struggente. “Questa lode-vole iniziativa vuole essere anche un omaggio ad un grande combattente del-le nostre terre, Antonio Rosini, presidente onorario dell’Associazione Na-zionale Partigiani d’Italia e uomo dallo sguardo colmo d’esperienza, punta-to però al futuro, – ha detto Augusto Di Bastiano – un uomo che ha saputo essere in vita un testimone insostituibile delle storie spezzate dei 33 martiri di Capistrello. L’opera verrà posizionata all’esterno del Castello Orsini, come concordato a suo tempo con il Sindaco Di Pangrazio. Per il Comune di Avezzano, stamattina, erano presenti gli assessori Patrizia Gallese e Roberto Verdecchia. “Il passato ci insegna che la libertà non ha prezzo”, ha detto la Gallese. Il professor Giuseppe Cipollone, uno dei docenti che ha accompa-gnato gli studenti nella creazione dell’opera ha sottolineato “lo straordinario senso che viene narrato con l’ausilio dell’arte”. Un fucile spezzato al centro, dal quale emerge prepotente e onnicomprensiva la rosa della libertà: gli echi della violenza – che è senza tempo – si propagano nello spazio con cerchi concentrici. “Gli alunni hanno dimostrato nella realizzazione dell’opera un’evoluzione tecnica che simboleggia l’evoluzione spirituale dell’essere umano. La guerra, ed è questa la chiave d’interpretazione finale, conduce con sé sempre una condizione peggiore”, ha aggiunto invece la docente Giu-seppina Pilla. Il lavoro dei ragazzi è stato seguito con attenzione dalla pro-fessoressa Stefania Ferella. È, quindi, dalla crepa della guerra che prende vi-ta il racconto dell’evento tragico, la narrazione luttuosa, immolata all’altare della vita che finisce e che diventa immortale. “Questo monumento celebra l’importanza dei segni. Anche il monumento presente in Piazza Corbi è sta-to realizzato dai giovani talenti di questa scuola. - ha dichiarato l’assessore Roberto Verdecchia – È sempre stata volontà di questa amministrazione in-vestire nei monumenti, che richiamano al ricordo e alla riflessione sul pre-sente. Agli studenti dico: andate in Valle Roveto, visitatela; è una terra che storicamente ha testimoniato una caparbia capacità di resistenza con i 33 martiri e con i fratelli Durante, catturati con l’inganno. L’Ucraina da noi è lontana solo fisicamente: gli echi di quella guerra li ascoltiamo anche qui: noi combattiamo per la libertà in ogni epoca e questo è un insegnamento che, se sostenuto da simboli di materia, non si perderà”. “La storia orribile dei 33 martiri, il loro altissimo sacrificio per la patria, verrà raccontata an-che attraverso le tappe del Cammino dell’Accoglienza – ha ricordato Carlo Komel, Presidente del Cammino - Il Liceo Artistico ha pensato a questo monumento addirittura prima dell’invasione dell’Ucraina: tristemente la storia si ripete, maestra di vita e di errori”. I messaggi di cui è intrisa l’opera sono chiari e diretti: la guerra è atroce e disumana e sempre in agguato”.