L'AQUILA-CONVEGNO SU EURO E TRATTATI

L'AQUILA-CONVEGNO SU EURO E TRATTATI

Pubblicato da Redazione Antenna 2 il giorno 10-06-2019   07:34:12
Class, liste nozze - Avezzano, Via Corradini, 163
 

Euro, monete parallele, disoccupazione di massa, deindustrializzazione, sistemi macroeconomici sbagliati, capitalismo senza controllo, neoliberismo che distrugge Stato sociale, sanità pubblica.
E poi ancora banche in crisi, precarietà diffusa, necessità di tornare a uno Stato sovrano, nazionalizzazioni dei settori fondamentali dello Stato, rischi del regionalismo differenziato, difficoltà di ricostruire e di dare prospettive occupazionali concrete ai territori terremotati dentro i parametri euristi.
Sono solo alcuni dei temi di cui si è discusso all’Aquila, nella sala conferenze dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), nel convegno “L’Aquila e l’Abruzzo dentro l’Euro. Il ruolo della moneta unica nella crisi economica e sociale della Regione”. Un convegno, durato circa tre ore e che ha avuto come relatori Nino Galloni, economista, presidente del Centro Studi Monetari, già direttore generale, al ministero del Lavoro alla Cooperazione, dell'Osservatorio sul Mercato del Lavoro, Politiche per l'Occupazione Giovanile e Cassa Integrazione Straordinaria nelle grandi imprese, e Massimo Pivetti, già professore di Economia politica all’Università “La Sapienza” di Roma.
“Il sistema economico è ingestibile con la sola moneta a debito. L’Euro è una moneta a debito, dunque o cambia l’Euro, cosa molto improbabile, oppure, come minimo, dobbiamo immettere nel sistema una moneta parallela non a debito che aiuti tutti quei Paesi, come l’Italia, che hanno dei tassi di disoccupazione elevati e delle potenzialità da realizzare”, ha spiegato Galloni. “Da questo punto di vista – ha precisato l’economista – il vero nemico non è l’Euro in quanto tale, ma il modello macroeconomico della Commissione europea per il quale in Italia non possiamo
spendere in disavanzo non tanto perché abbiamo un forte debito, ma perché lo stesso modello economico della Commissione dice che siamo vicini alla piena occupazione, dunque ulteriori investimenti genererebbero inflazione. Se non è follia questa...”.