ASSOCIAZIONE A DELINQUERE-INDAGATI I RESPONSBAILI DEL GRUPPO INI

ASSOCIAZIONE A DELINQUERE-INDAGATI I RESPONSBAILI DEL GRUPPO INI

Pubblicato da Redazione Antenna 2 il giorno 02-10-2017   18:05:45
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Associazione a delinquere finalizzata alla truffa in concorso. Con questa la grave accusa sono finiti nei guai i componenti del gruppo Ini che comprende anche la clinica di Canistro. Si tratta del capostipite Delfo Faroni e dei figli Cristopher e Jessica.
Sono indagati per truffa poiché avrebbero percepito fondi per crisi aziendale e contributi di solidarietà per i lavoratori. In realtà, secondo l’accusa, per acquistare lussuosi appartamenti a Roma e nel Lazio e per sanare parte dei debiti dell’Istituto Ini (Istituto Neuro traumatologico Italia) che opera nel settore sanitario e nella riabilitazione post-acuzie con sede, oltre che a Roma, anche a  Canistro e a Veroli in provincia di Frosinone. Il danaro, proveniente dagli ammortizzatori sociali, oltre quindici milioni di euro in quattro anni, sarebbero stati percepiti indebitamente. A finire nel mirino della Procura della Repubblica di Roma, sono stati Delfo Faroni, presidente del Consiglio di Amministrazione Ini spa, Nadia Proietti, amministratore delegato Ini spa, Cristopher Simone Lucano Faroni, consigliere Ini spa e Jessica Veronica Faroni, procuratore Ini spa”. La clinica di Canistro non sarebbe coinvolta direttamente nell’inchiesta giudiziaria.
I quattro amministratori sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa in concorso tra loro “poiché al fine di perseguire un medesimo disegno criminoso, ed assicurarsi un ingiusto profitto, mediante artefici e raggiri, consistiti nel dislocare valori materiali e finanziari in altre società collegate, per poi certificare una crisi aziendale ed un inesistente esubero di personale, traevano in errore gli Enti pubblici preposti, ottenendo il contributo di solidarietà complessivo di 3.912.864 Euro relativo al periodo 1° agosto 2013-31 luglio 2014, reiterando la condotta criminosa per i successivi periodi 1° agosto 2014-31 luglio 2015; 1° Dicembre 2015-31 dicembre 2016 in ‘contratto di solidarietà’. Il gruppo, quindi, avrebbe indebitamente incassato, secondo quanto accertato dagli investigatori del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro di Roma, oltre quindici milioni di euro”.